Questo modo di dire, diffusissimo in Sicilia, non è certamente siciliano, e non certamente perché è altrettanto diffuso altrove, ma perché i modi di dire siciliani tendono a formare un endecasillabo, e questo non è un endecasillabo, mentre lo diventa se viene trasportato in italiano:
Ai tempi dei canonici di legno.
Se lo si vuole trasportare in un endecasillabo siciliano, bisogna ricorrere a un paio di contrazioni, che nel siciliano letterario non sono ammesse:
ê tempi dê canonici di lignu.
Comunque il suo significato è a tutti noto, vuol dire: in tempi remoti, quando l'evoluzione non era tanta, quando la gente era credulona e si lasciava facilmente abbindolare dai furbi. Il Lapucci (op. cit., pag.42) riporta il modo di dire in italiano e aggiunge, riguardo ai canonici: non si sa cosa siano.
I siciliani, invece, aggiungono una seconda parte, che non chiarisce la provenienza del modo di dire, ma dà ad esso un tono più scherzoso e semanticamente più vivace:
A li tempi di li canonici di lignu, quannu li sacristani eranu di stagnu.
Salvatore Camilleri
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