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VIA ZIA LISA - Toponomastica di Catania - VIA ZIA LISA

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VIA ZIA LISA


Zia Lisa busto.

A sud-est di Catania, in prolungamento della via Acquicella - che termina col muro di cinta del cimitero - comincia la via Zia Lisa.
Numerose case, sorte per la maggior parte tra la fine dell' Ottocento e del secolo scorso, fanno ora di essa l'estremo limite della città, prima che si inizi quella grande distesa di campagne che più oltre raggiungono i celebrati antichissimi campi "lestrigoni" e "leontini", ossia la Piana di Catania.
Oggi, il quartiere ha visto la nascita di palazzi 'popolari' che ospitano migliaia di persone. La nascita di centri commerciali ha cambiato il volto della zona che arrivava al confine col Pigno e Gelso Bianco. Riportiamo notizie estrapolate da un volume del 1840 di come era il quartiere prima della speculazione edilizia, perlopiù abusiva. Pur in presenza di un Piano Regolatore, la mancanza del controllo del territorio urbanistico da parte dei responsabili comunali del tempo.

Dopo le prime abitazioni, a destra, oltre i "tre ponti" sotto ai quali durante le forti piogge scorre il torrente, è il prèdio della "Limosina o fondo Carcaci", da anni denominato Lebrìno (Librino), nel quale, verso ovest, dietro un gruppetto di rustiche case, sorge la famosa fonte dell' acqua santa : un' acqua, fino al settecento, di sapore acidulo e piccante, ma ora limpida e cristallina, pur emanando sempre un leggerissimo odore simile a quello del gas solfido idrico. Ciò che rende tuttavia interessante quest'acqua - la quale sgorga da una specie di pozzo artesiano cinto alla sommità di piccoli blocchi rettangolari di pietra bianca e rivestito alla superficie di ruvide mattonelle colorate - è il suo continuo gorgoglìo e un sedimento di colore giallo rossastro che forma incessantemente intorno alla scaturigine e lungo il piccolo acquedotto che la conduce per breve tratto in un serbatoio per l'irrigazione del terreno sottostante. (Gaetano De Gaetani, su l' Acqua Santa e su l' acqua acidula della valle di S. Giacomo, edizioni S. Sciuto, Catania 1840)
A tal proposito, il poeta popolare catanese, Giuseppe Nicolosi Scandurra, così scriveva:

...nasceva 'n' acqua a coluri di ramu,
di tuttu tempu, senza ca siccava,
e frisca e duci e limpida spicchiava.

"'St'acqua vagnava un pezzu di chianura
Ccu diversa racina e varri frutti,
e urticeddu riccu di verdura,
jennu lassannu li scuscisi asciutti.
Pri talari la so ramatura
Di tanti parti vinevunu tutti;
e l'acidduzzi di 'sti lochi lochi
visitavunu 'st' acqua a canti e giochi."

E così continua ancora - dopo aver fatto un suggestivo quadro dei luoghi - per esaltare i pii proprietari della miracolosa sorgente:

"Di 'st' acqua, a 'na vicina massaria,
l' antichi Manumorti cci abbitaru,
ricchi di beni, saggi 'ntra l' idìa;
'st'acqua di gran virtù santificare
Dicennu ca miraculi facìa,
di tant'occhi malati fu riparu,
e di seculi e seculi si vanta
di chiamarisi ancora l' Acqua Santa.

Carcaci anticu, ca bonu cori aveva,
limusinava a tanti puvureddi:
ad ogni venerdì stari faceva
'nchiusi li cani e aperti li canceddi.
Ogni mischinu ca jeva e vineva
Guadagnava manciari e surdiceddi;
e di tutti li genti, a pocu a pocu,
fu chiamatu LIMOSINA stu locu.

Ora 'stu locu è di tanti patroni,
non cchiù è 'mputiri di li Manumorti,
ammenzu d'iddu pàssanu vadduni,
ed è principiu di li terri forti:
tocca ccu la Zzà Lisa e lu straluni,
ccu vigni, alivi, ficu, ceusa ed orti;
versu l'ultimu funnucu finisci
unni rivetti supra mura crisci"

Chi pu affermare, per , essere vero tutto ci ?! Dell origine della denominazione della contrada nulla ci dato conoscere: il poeta non ha fatto altro che attingere alla tradizione popolare. Potrebbe avere origine biblica, assicurano alcuni, sia il nome del quartiere 'Zalisa' che quello denominato 'la Mecca'. La Mecca deriverebbe dal padre del patriarca No , Lamec. Invece Zalisa dal nome Elisa, una delle nipoti di No , quindi pronipote di Lamec. Dalla Bibbia si evince chiaramente che uno dei tre figli di No , Iafet, ebbe sette figli, tutti maschi. L'altro, Cam, ne ebbe quattro, anche lui solo maschi. Resta solo Sem che ebbe 'figli e figlie' e quindi, questa Elisa potrebbe essere una delle figlie di Sem. Chi avesse vaghezza di simili ed anche pi bislacche interpretazioni etimologiche, ha scritto Federico de Roberto, ne troverebbe, in certi libri, a dovizia. da ritenere tuttavia assai probabile che il toponimo derivi da qualche ic na o chiesa dedicata a Santa Maria dell Elemosina di cui sia andata perduta la memoria, o addirittura dal fatto che tali terreni appartenessero anticamente a qualche ente religioso di tale titolo. Frattanto, una chiesetta detta dell Elemosina e delle Anime del Purgatorio esiste ancora oggi nella via Zia Lisa, poco lontano dal punto in cui questa intersecata dalla via Dogali. Una lapide sulla trabeazione ricorda che essa fu riformata dai devoti nel 1890 .
In quanto all Acqua Santa che nessuno va pi ad attingere, anche perch la fonte ritenuta luogo di convegno di spiriti maligni merita di essere ricordato, che nelle vicinanze, nella seconda met del 1800, venne rinvenuto un elegante cippo funerario in forma di altare, decorato con festoni bucrani, il quale nel cartiglio della faccia anteriore contiene una dedica a Claudio Severo prefectis fabrorum et duundir. Donato dalla munifica famiglia Carcaci, esso ora conservato nella sala VI del museo comunale di Catania.
Fin dai tempi pi antichi, zona fondaci, nei quali forestieri e viandanti, carrettieri e messaggeri postali, trovavano sempre nei loro viaggi da Catania per Siracusa, Vittoria, Caltagirone, e viceversa, oltre alla possibilit di poter riposare, anche quella di mangiare, la Zia Lisa conserva ancora oggi nel popolo parte delle sue caratteristiche: cinque fondaci detti appunto u primu, u secunnu, u terzu, u quartu e l urtimu f nnucu Quest ultimo, circa cento metri prima della fine della strada, dinnanzi al bivio Gelso Bianco e Primosole. Il fondaco pi famoso, quello della Zia Lisa, per scomparso da chiss quanto tempo. Esso sorgeva, secondo i vecchi della contrada, proprio all inizio della strada, a sinistra, e comprendeva l ex orto Ascondo, sparito anch esso, per dare posto ai depositi della societ Italo-Americana per il petrolio.. Il traffico che vi si svolgeva rimasto proverbiale; e il popolino, infatti, quando vuole esprimere che in una data casa c un movimento continuo di persone che entrano ed escono senza tanti riguardi, dice che essa pari u funnucu da Zza Lisa. Quanto di vero ci sia nelle affermazioni del popolo, non lo sappiamo. Santi Consoli, per , smentisce tutto senz altro nel suo libro Sicilia gloriosa del 1924.
Egli scrive alle pp.234-235: Pu parere a prima impressione che il nome Zia Lisa, con cui si indica uno dei sobborghi pi popolari di Catania, provenga dal nome di una qualunque bettoliera che, in tempi lontani, abbia tenuta una taverna rimasta rinomata fra i carrettieri, al principio del lungo stradone che conduce al Simeto. Zia o Za (Zza) era ed anche oggi il titolo solito a premettersi al nome di una donna siciliana del contado o di condizione sociale non elevata; donna, voce di provenienza spagnola, ma di fonte latina, e signora, forma femminile derivata dal vetusto latino senior, si consentivano soltanto alle donne di condizione sociale superiore. Io sono di parere, invece, che Zia Lisa sia una denominazione topografica proveniente da fonte ellenica; poich risulta dalle due parole greche Theia Elisia, che significano divini Elysii : luoghi di eterna primavera, riservati per le persone oneste ed attive nell' oltretomba; ci affermano Omero, Virgilio ed altri classici
Il fatto che quella localit dei dintorni di Catania fu detta Zia Lisa ci induce a riconoscere che in tempi antichi, probabilmente nell et delle colonizzazioni elleniche della Sicilia Orientale o non dopo molto, i luoghi adiacenti alla contrada erano cos deliziosi da rassomigliarsi ai mitici Campi Elisi .
Noi non possediamo elementi per confutare a nostra volta Santi Consoli. Abbiamo per notizia, quanto all antichit della contrada, di un documento datato 25 agosto 1609, nel quale si legge che comparve nella Curia del Chiarissimo Senato della Citt di Catania Vincenzo Alessi a Catalano della stessa citt ed annunzi di avere emanato il bando contro Campixano Pietro, tenutario di un riposto, detto fondaco nella contrada chiamata la Zia Lisa, con un mondio e un mezzo mondello di grano e un altro simile, senza che si fosse aggiustato con l aggiustatore (Atti dei Giurati, vol. 145, anno 1609, Archivio Comunale di Catania.) veramente esistita la celebre fondac ra? I vecchi del luogo continuano a giurare di s e aggiungono anche che "'a Zza Lisa", soprannominata, avanti negli anni, da vecchia, la mustazzusa, moglie di lu Zu Cicciu, burritta pilusa ed era donna di non comune bellezza. Ci , d altra parte, sarebbe testimoniato da un mezzo busto di marmo statuario di ignoto autore, forse del Settecento, di elegante fattura e ispirato a fonti classiche, il quale, eretto fino ad una settantina d anni orsono su di una colonna nel centro di una vasca dell ex orto Ascondo, fino agli anni settanta del secolo scorso era collocato su un muro, nell interno dei magazzini di deposito della Societ Italo-Americana per il Petrolio.
Altri affermano che quest opera scomparsa, ma si crede che fosse posta all ingresso del quartiere catanese. Un'altra leggenda ci d notizia del mezzo busto dedicato alla donna. Testimonianze rivelano, infatti, che sia stato accudito gelosamente fino agli anni 30 del secolo scorso. Alcuni narrano che un fascista, innamoratosi della statua di marmo, la rub e la fece collocare all interno della sua stanza da letto. Altri invece affermano che il mezzo busto sia stato posizionato dentro un edificio che in seguito fu bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale.

Leggende ispirate alla "Zia Lisa" tramandatesi per via orale.

L'espressione più comune del catanese, legata al fondaco della Zia Lisa è sempre stata: Pari 'u f nnucu da Zza Lisa . La tradizione popolare vuole "Zia Lisa" fosse una bella donna, moglie del gestore di un fondaco della zona, soprannominato 'U zzu Cicciu burritta pilusa e che vivesse all'inizio della strada che porta a Gelso Bianco. Ogni giorno era possibile intravedere un andirivieni di sconosciuti che entravano e uscivano senza tanti riguardi. L espressione catanese pari 'u fùnnucu da Zza Lisa deriverebbe appunto da tutto questo movimento di persone.
La leggenda racconta che Zia Lisa fosse una donna di una bellezza poco comune, conosciuta in tutto il quartiere. Ella approfittava di questo suo status per scegliere e cambiare ogni giorno i suoi amanti. Questi dovevano rispettare una sua sola condizione: potevano giacere con lei accanto solo una volta nella vita. In molti, però, dopo aver consumato con la Zza Lisa, volevano ripetere l'esperienza gradevole. Struggenti d'amore per la donna, alcuni di essi sceglievano di farla finita suicidandosi, altri invece decidevano di intraprendere la vita monastica. Si racconta che una volta Zza Lisa fu addirittura rapita da un giovane brigante che aveva perso la testa per lei. Ma Zia Lisa, oltre che bella era pure furba, si procurò un coltello e assassinò il brigante sgozzandolo.
Un antico mezzo busto di marmo di autore ignoto, opera del 1700, avrebbe ritratto la bella giovane. Oggi quest'opera è scomparsa, ma si crede che fosse posta all'ingresso del quartiere catanese.
Una leggenda ci dà notizia del mezzo busto dedicato alla donna. Testimonianze rivelano, infatti, che sia stato accudito gelosamente fino agli anni '30 del secolo scorso.
Alcuni narrano che un fascista, innamoratosi della statua di marmo, la rubò e la fece collocare all interno della sua stanza da letto. Altri invece affermano che il mezzo busto sia stato posizionato dentro un edificio che in seguito fu bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale.

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