Una delle vie più belle di Catania è la via Etnea; così denominata, come si legge nel verbale n.9 del 18-04-1934 dell'ufficio di toponomastica di Catania, per la grande
importanza che l'Etna ha per Catania e perché la strada è orientata verso la montagna. Anticamente denominata via Uzeda e poi via Stesicorea, la via Etnea racchiude in sè il
cuore della storia catanese.
Fu realizzata agli inizi del XVIII secolo insieme al Corso con unità di intenti. Si diparte da Porta Uzeda in piazza Duomo e si
dirige a nord, avendo sullo sfondo l'Etna, con la vetta della quale non è in asse, perché si decise, giustamente, di salvare i ruderi dell'anfiteatro da poco venuti alla luce.
A pochi metri da piazza Duomo, su via Etnea emerge maestosa la piazza dell' Università. In essa si affacciano il palazzo dell'Università e palazzo Sangiuliano costruiti entrambi in
stile barocco nella prima metà del XVIII secolo. La piazza è illuminata da quattro candelabri bronzei con allegorie di quattro antiche leggende catanesi: Colapesce,
i Fratelli Pii, Gammazita e Uzeta.
Nel 1870, regolandosi il livello della strada, a molti palazzi fu
tagliata od innalzata la base. Con l'installazione dell'illuminazione prima a gas poi mista gas e luce elettrica, via Etnea si trasformava sempre più in centro commerciale. Oggi, con la
presenza dei Centri Commerciali in tutta l'hinterland, via Etnea ha subito drasticamente l'afflusso di gente. Purtroppo anche le vie del centro cittadino, il "Centro Storico", hanno subito
una sorta di desertificazione commerciale, perché molte attività e perfino insegne storiche, patrimonio della Città hanno chiuso i battenti.
In epoca spagnola si ridisegnò la città tenendo presente come punto di riferimento una Platea Magna (l'attuale piazza Duomo) retrostante il mare, dalla quale si diramavano le
vie principali tra cui via Etnea (allora via Uzeda).
Durante il periodo borbonico, a causa della saturazione delle aree all'interno della città murata, si procedette al prolungamento delle strade principali: la via Uzeda si allungò oltre
i quattro canti e cioè fino alla Porta di Jaci. Nelle piante cinque e seicentesche si può ben individuare come la via Etnea arrivasse allora solo sino alla Porta di Jaci
, denominata anche via della Luminaria. Alla "Porta di Jaci", tagliati in due dalla via Etnea, si trovano il monumento a Vincenzo Bellini e gli scavi dell'Anfiteatro romano situati
a circa 10 mt. sotto il livello stradale. Sempre in via Etnea si affaccia il giardino più grande d'Europa, intitolato al grande musicista catanese
Vincenzo Bellini, affettuosamente chiamato dai catanesi "'A Villa". La parte nord di via Etnea ci presenta piazza Cavour, il Borgo ('U Burgu) per i catanesi, dove si trova la
fontana della dea Cerere in marmo bianco, conosciuta dai vecchi catanesi come "'a tapallara do burgu" (La dea Pallade); naturalmente si tratta di un errore che si è tramandato fin
dalla notte dei tempi che ha guadagnato lo status di legittimità formale. Nei secoli successivi la via si estende fino a raggiungere quasi 3 Km di lunghezza. Fu realizzata in stile Barocco
ma ben presto perdette la sua omogeneità architettonica.
Per arrivare all'attuale sistemazione, (per volontà del Duca di Uzeda nel 1693) bisogna rifarsi ai due eventi che durante la
dominazione spagnola, distrussero quasi per intero la città: l'eruzione del 1669 ed il terremoto del 1693.
In via Etnea si trovano numerosi edifici importanti dal punto di vista storico,
architettonico e burocratico-amministrativo e vi si affacciano anche numerose chiese.
Oggi rimangono della originaria via Etnea: Palazzo San Demetrio ai quattro canti, Palazzo Cilestri di fronte alla chiesa dei Minoriti, la
Collegiata e l'ex Ospedale San Marco in piazza Stesicoro. Sulla strada Stesicorea si possono ammirare anche opere successive al secolo XVIII e i ruderi dell'anfiteatro
romano a piazza Stesicoro.
Negli anni passati fu definita "il salotto di Catania" e, anche se oggi ha perso parte del suo originario prestigio, resta sempre il cuore
della città. Attraversata anche dai tram, sostituiti poi dai filobus e successivamente dagli autobus, la via Etnea offre tutt'oggi uno degli esempi più belli di architettura europea.
Fonti: Le Strade di Catania di Santi Correnti;
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