La via Crociferi prende il nome dalla chiesa di s. Camillo dei padri Crociferi che si trova proprio alla fine della
strada. Via Crociferi fu tracciata dopo il terremoto del 1693, č una via di straordinaria forza suggestiva,
chiusa dal portale d'ingresso della villa del principe di Cerami.
Adagiata su quella che si chiamava la collina di Montevergine,
fu ricavata a metā altezza del pendio collinare sul quale poggiano anche il Teatro e l'Odeon romani e aveva lo scopo di collegare la
Porta del Re (sopra piazza Stesicoro) con il piano di s. Filippo (l'attuale piazza Mazzini).
Il tracciato della via č antichissimo se giā al tempo dei romani vi sorgevano i tre templi di Ercole, di Cāstore e Pollųce e di
Esculapio. Su di essi furono costruite le basiliche di san Benedetto, san Giuliano, san Francesco Borgia e san Camillo. Via Crociferi godette di grande rinomanza nei tempi antichi: arricchita da edifici e chiese che le
famiglie pių influenti vi avevano edificato, essa divenne ben presto il centro della vita cittadina. Nel Medio Evo, dove oggi si eleva la chiesa di san
Francesco, vi era il palazzo fatto costruire da don Bartolomeo Altavilla, attigua ad esso era stata eretta, nel 1396, una chiesa in perfetta simmetria con
la grandiositā delle strutture architettoniche del palazzo, queste costruzioni furono distrutte dal devastante terremoto del 1693. Successivamente l'edilizia civile vi ebbe
scarso peso e la strada divenne il monumento simbolo della potenza degli ordini monastici del Settecento. Su di essa, infatti, si concentrarono una serie di
edifici religiosi, racchiusi all'estremitā da due grandiosi archi: a sud il ponte della discordia, costruito contro il volere del Senato cittadino e in una sola
notte, nel 1704, per volere del vescovo Andrea Riggio per collegare due parti del monastero delle benedettine, (il vecchio monastero con quello nuovo) e a nord il portale di villa Cerami. Nel primo tratto, che va
dall'arco di san Benedetto alla via Lanza, oggi via A. di Sangiuliano, dopo il collegio san Benedetto, si affacciano sulla sinistra, senza rispettare
l'allineamento della strada, la chiesa di san Benedetto, iniziata a costruire sotto il governo della Badessa Ignazia Asmundo,
il cui palazzo di famiglia sorge alle spalle della chiesa, dominando la piccola piazzetta Asmundo, e
la chiesa di san Francesco Borgia, o dei Gesuiti, il cui autore č incerto: si fanno i nomi di Angelo
Italia e di Giuseppe Pozzi. A questa chiesa č annesso l'ospizio di beneficenza, ex convento, dal superbo cortile con colonnato, ora sede dell'istituto statale
d'arte. Sul lato opposto, il destro di via Crociferi, si incontrano il palazzo Zappalā e subito dopo la chiesa di san Giuliano, capolavoro di architettura
settecentesca religiosa a unica navata ellittica, opera del Vaccarini, con facciata curvilinea, sottolineata e accompagnata dalla straordinaria cancellata di affascinante
movimento.
All'interno dell'adiacente convento uno straordinario cortile, con la
tradizionale alternanza del bianco e nero. Oltrepassata la via di Sangiuliano,
ancora a destra c'č il palazzo Villaruel realizzato da Francesco Battaglia, esempio di architettura tardo-barocca. Sul lato opposto, pressochč di fronte, la giā citata chiesa dei
Crociferi. In posizione arretrata rispetto alla linea stradale per via dell'ampio sagrato, fu costruita da Pietro Galletti su disegno di Domenico Antonio La Barbera,
messinese, che diresse la prima parte dei lavori, poi ultimati da Vincenzo Caffarelli.
Questa strada č uno dei pių splendidi esempi del barocco catanese e gli artisti che collaborarono a conferirle sfarzo e bellezza sono l'Amato, i Battaglia,
Alonzo Di Benedetto, Vaccarini e Italia.
L'aspetto scenografico della strada, resa omogenea dai colori delle facciate degli edifici e dalle ampie ringhiere
che raccordano le scalinate delle chiese al piano stradale, ha, in tempi recenti, attratto l'attenzione di artisti e urbanisti, che hanno progettato
varie soluzioni che la riportassero all'originale splendore, ma che non hanno trovato attuazione.
Se volete visitare questa via, fatelo a tarda sera,
o nel cuore della notte; una illuminazione sapiente, realizzata con fanali settecenteschi, ne accresce il fascino misterioso e suadente.
Fonti: Le Strade di Catania di Santi Correnti; Archivio del CSSSS.
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