LE VOSTRE LETTERE
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Bruxelles COMUNICATO STAMPA RAZZISMO ANTI-SICILIANO
Da tempo assistiamo - da parte di stampa e televisione - ad una campagna denigratoria che ci lascia, come Fondazione "L'Altra Sicilia", allibiti e preoccupati per l'ondata di vero e proprio razzismo nei confronti della Sicilia che sta pervadendo i media. Dopo le polemiche che la Fondazione ha ritenuto opportuno non alimentare - lasciando passare volontariamente sotto silenzio (che non ci è parsa ignavia, ma risposta degna) l'articolo apparso sulla Stampa di Torino, a firma di un siciliano, tale Prestinenza, che tacciava addirittura di inquinamento luminoso l'opera di illuminazione del Pilone sullo stretto di Messina, pochi watt, ma certamente importanti per quello che rappresentano - dopo il comportamento del conduttore di Circus che, nella vicenda del mancato rapimento di un ingegnere torinese aveva evidenziato il ruolo svolto da due fratelli di Castelvetrano (TP) - poveri certo, ma non criminali - come l'imbonitore Santoro aveva cercato di presentare, criminalizzando cosi' l'intera Sicilia, la Fondazione si è vista costretta ad intervenire. Del resto, una nostra lettrice ha ritenuto opportuno segnalarci un altro episodio emblematico di razzismo antisiciliano e la nostra protesta, a questo punto, è diventata necessaria e dovuta. Domenica 4 giugno, ci riferisce la nostra lettrice, nella trasmissione di Rai3, Elisir, un medico che forse non ha mai messo piede in Sicilia, si è permesso, parlando di viaggi e di epidemie, di equiparare la Sicilia all'India e al Marocco, sottolineando il rischio di contrarre malattie infettive, a causa della scarsa igiene, per chi si recasse " in Marocco, in India e in. Sicilia ". Certo non ci ha stupito l'atteggiamento consenziente del conduttore, tra l'altro di origini meridionali, (conduttore di scarso impatto, con atteggiamenti pseudo-intellettuali, che gli derivano sicuramente da una scenetta che lo vede in cerca di libri in uno spot pubblicitario dedicato alla benzina!) ma sicuramente sentiamo il dovere di difendere noi la nostra terra, visto che i nostri "onorevoli" sono troppo impegnati a distruggere piuttosto che salvaguardare l'immagine della stessa Sicilia: "campa cavaddu ca' l'erba crisci...". La Fondazione "L'ALTRA SICILIA" non ha certamente bisogno di ricordare il valore della Sicilia nella storia della civiltà umana ma, sottolineandone gli alti valori culturali, condanna il vero e proprio razzismo che colpisce oggi l'ISOLA ed i SICILIANI; denuncia i soliti teoremi - mafia,disordine e arretratezza - che affliggono l'Isola; invita stampa e televisione ad un pubblico dibattito che analizzi le ragioni di questa ondata di vero e proprio razzismo che investe, a titolo gratuito ormai, la nostra Isola. Eugenio Preta e Francesco Paolo Catania |
Bruxelles Ritorna la speranza nei Ginostresi di uscire dall'abbandono I CONDANNATI DI GINOSTRA RICORRONO A STRASBURGO
La piccola comunità dei Ginostresi, dell'isola di Stromboli, stanchi di aspettare da oltre 10 anni le
decisioni della Regione siciliana e degli Enti locali di porre fine al proprio isolamento, ha deciso di ricorrere alla Corte europea dei diritti dell'Uomo.
Il ricorso inoltrato l'altro ieri dall'avv. Carmelo Correnti del foro di Barcellona P.G. mira al riconoscimento da parte dell'organismo giudiziario
internazionale della violazione della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali, di cui il Governo italiano risulta
firmatario. Diritti e dignità sociale garantiti e previsti per tutti i cittadini italiani anche dalla nostra Costituzione, articoli 3, 32, 16 e 41.
Gli abitanti del piccolo borgo avevano più volte in passato sottolineato nelle aule giudiziarie di non poter conseguire alcuna certezza o garanzia per
svolgere quelle attività che sono normale estrinsecazione della personalità di un individuo in tutte le previsioni della Carta Costituzionale.
Il ricorso inoltrato a Strasburgo è stato sollecitato al legale messinese dalla Fondazione "L'ALTRA SICILIA", il cui contributo è stato
determinante; essa dopo aver preso a cuore le sorti degli abitanti di Ginostra si è fatta carico delle non indifferenti spese legali e di cancelleria per
produrre, attraverso una copiosa documentazione, le prove di una inefficienza tutta italiana. La Fondazione "L'Altra Sicilia", muovendosi tra
innumerevoli difficoltà e reticenze, ha raccolto atti e materiale di vario genere, tutti inerenti alla piccola frazione; e dopo averli esaminati, insieme al
suo legale di fiducia, hanno deciso di ricorrere alla Corte europea. Sia il legale che l'esperto di procedura giunto appositamente da Livorno sono concordi sui contenuti
dell'istanza e sulle violazioni degli obblighi derivati dalla Convenzione. Altresì ne è convinto il dott. Eugenio Preta (presidente della Fondazione) il
quale nelle ultime settimane ha lanciato, attraverso la RAI nella trasmissione "Giorni d'Europa" appelli da Bruxelles per l'approvvigionamento dei viveri.
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Ramacca (CT) LA LINGUA SICILIANA E I PISCICALAMARI
In varie "epoche", diversi deputati siciliani hanno presentato all'Assemblea Regionale dei disegni di legge - che vengono definiti "di testimonianza" - non sono mai
arrivati in Aula...un' Aula parlamentare in cui, in oltre mezzo secolo si è discusso di tutto, perfino dell'allevamento di struzzi, gnu e soprattutto di piscicalamari! |
Brooklyn (USA) LITTRA PPA DIFISA DA LINGUA SICILIANA Al Presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana e a tutti i deputati regionali
Noi sottoscrittori cittadini d'Europa ci rivolgiamo, con questa breve Littra (lettera), al Parlamento Siciliano perché elabori ed approvi con meditata urgenza una "Liggi ppa difisa da Lingua Siciliana", che permetta di: |
Bruxelles LA MAFIA A WALL STREET. BLITZ E CENTOVENTI ARRESTI
Questo è il titolo di prima pagina del Giornale di Sicilia del 15 giugno 2000, come quello sicuramente di tanti altri quotidiani. Così la parola
mafia risuona migliaia di volte nelle redazioni di tutto il mondo, milioni di volte nelle case della gente, insieme al termine Cosa nostra.
Ci interroghiamo spesso chiedendoci il perché di questa volontà manifesta di nuocere a tutto un popolo, quello siciliano, visto che quando si parla di
mafia si pensa automaticamente alla Sicilia e dunque a tutti I Siciliani.Perché questa volontà manifesta di non dare ad una
manifestazione delinquenziale una giusta ed esatta terminologia, e intestardirsi ad utilizzare sempre il termine "mafia"?
L'avvenimento di Wall Strett è soltanto un avvenimento criminale, imputabile quindi alle organizzazioni criminali finanziarie. Utilizzare per
qualsiasi attività criminale la parola mafia o il termine Cosa Nostra vuol dire permettere ai poteri forti, che utilizzano i cosidetti "uomini d'onore" di
impiegare la parola ONORE senza effettivamente conoscerne il significato. E' onorevole colui che fa di tutto per impedire lo
sviluppo economico della propria terra? E' onorevole chi impedisce alla sua gente di sviluppare proprie iniziative economiche, favorendo al
contrario quelle imprese criminali che, come sanguisughe, vengono abilitate poi a richiedere il "pizzo" ? E' onorevole quel politico che, corrotto fino al
midollo, opera di concerto con questi tristi personaggi che da anni impediscono alla nostra Isola e alla sua gente di trovare spazio fra le regioni più
sviluppate d'Europa? Siamo però convinti che ci siano le condizioni di porre fine al fenomeno criminale in Sicilia; manca
solo la volontà della nostra gente di dare un calcio a questi impostori che si fanno chiamare "uomini d'onore", che hanno raggiunto un solo scopo: impedire
il progresso e lo sviluppo economico della Sicilia e del meridione in generale.Vagando nelle nostre domande senza risposta,
vorremmo chiedere all'assessore Rotella: "Se in tanti anni non si é riusciti a terminare l'autostrada Messina Palermo perché vere e proprie
bande criminali ne impediscono la realizzazione, come testimoniato da un recente filmato della televisione nazionale francese, Antenna 2, come si comporterà
l'assessore, nel momento in cui, speriamo mai, si deciderà di dare avvio ai lavori di quella grande cattedrale nel deserto che sarà la costruzione del
Ponte sullo Stretto? Quanti morti ammazzati si conteranno in nome del progresso economico (ancora tutto da verificare)
dell'Isola, a nome dei termini che voi utilizzate: "Mafia" e " 'ndrangheta"? No, "onorevole" Rotella, continui a fare il canguro,
come tanti suoi colleghi "onorevoli", che saltano da un partito ad un altro, che si definiscono ora asinelli, ora mastelliani, ora diniani, etc ..senza
essere degni di chiamarsi Siciliani, perché siamo convinti che se ne vergognino mentre per noi, e per tanti, essere Siciliano rappresenta un orgoglio e un
vanto, un di più in un mondo che ha perso il significato dell'appartenenza, dei valori comuni. La preghiamo di non prendere decisioni affrettate e
ricordandoLe che viviamo in "democrazia" La invitiamo ad organizzare, come da sempre richiesto dalla Fondazione "L'Altra Sicilia", che ci onoriamo di
rappresentare, una consultazione popolare per chiedere ai diretti interessati, Siciliani e Calabresi, di dire se sono d'accordo con la realizzazione di questa
ennesima cattedrale nel deserto. Ribadiamo la richiesta di convocare un referendum in Sicilia e in Calabria sulla costruzione di un'opera
per l'attraversamento dello Stretto di Messina, referendum che darebbe voce alle organizzazioni, ai partiti, alle associazioni ed ai singoli cittadini.
Ripensiamo ancora a tante domande. "Onorevole" Rotella, ricordiamo che, discutendo col suo omologo calabrese, sembra che Lei abbia riscoperto il
federalismo! Forse Lei non sa, o non ricorda, al pari dei suoi tanti "onorevoli colleghi", che la Sicilia è dotata, fin dal lontano 1946, di un suo Statuto di Autonomia,
che non è mai stato fatto rispettare consentendo alla classe dirigente "siciliana"(?) di poter svendere le ricchezze del sottosuolo, sfigurare la geografia
costiera, favorire I' installazione di industrie petrolchimiche, incrementare la cementificazione invece di mettere in attuazione quello Statuto
Siciliano - vera occasione per rendere sviluppo e pogresso. In definitiva ha svenduto alle multinazionali la Terra, ma anche l'Identità e la
dignità dei Siciliani. I Siciliani, come del resto i Calabresi, pagheranno in prima persona il costo della realizzazione di un
ponte che porterà sulle rive dello stretto treni e trasporti gommati provenienti da una rete autostradale priva dei minimi standard di sicurezza: non funzionano
le colonnine di salvataggio, il manto stradale è in condizioni pietose, la segnaletica inesistente, il pericolo in agguato ad ogni curva. I treni poi
viaggiano a scartamento ridotto, un solo binario da Salerno a Reggio Calabria. Servizi ferroviari fatti con carrozze che nei paesi civili sono in disuso da
almeno 20 anni, con i 200 km di distanza tra Messina e Palermo compiuti in più di 4 ore e in due ore per coprire i 70 Km tra Catania e Caltagirone per non
parlare poi del collegamento Palermo-Trapani* La Sicilia, Isola ma anche Arcipelago, non ha bisogno di ponti, ha bisogno solo di sfruttare sue
strade naturali: porti e aeroporti, confermato dallo stesso presidente Ciampi che in suo discorso in Sicilia ricordò, riconfermandoci nella nostra
convinzione, che la Sicilia ha le sue autostrade naturali: il mare. Nel nostro viaggio di domande, vorremmo chiedere a
qualche alta autorità, che oggi dice di schierarsi a favore del ponte, di manifestare senza equivoci la sua volontà, dato cha a noi, in presenza di testimoni,
aveva dichiarato di esserne contrario. La Sicilia, in definitiva, non ha bisogno di programmi chiede solo e soltanto uomini nuovi, una
morale politica nuova. Non abbiamo la fortuna di avere personaggi come Formigoni che, al servizio della sua Lombardia e del
suo popolo, rivendica oggi cose che noi in Sicilia abbiamo già in potenza dal 1946, purtroppo sempre, in atto, ascari e incompetenti.
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Bruxelles 4,9 MILIARDI PER IL GIUBILEO TRASFORMANO UN EX CONVENTO DI PATTI (ME) IN GRAND'HOTEL
A proposito dell'impiego dei fondi stanziati grazie al "Piano degli interventi per la celebrazione del
gran giubileo del 2000", Patti, in provincia di Messina, con la ristrutturazione dell'ex convento della Sacra Famiglia può rappresentare un fatto emblematico.
Stiamo parlando delle sorti di un antico complesso, già monastero delle clarisse e prima ancora castello aragonese del capitano della città (Don Blasco
d'Aragona, fine 1300). Danneggiato dal terremoto del 1978 la Curia ne inizia lo stravolgimento utilizzando i fondi per il recupero delle strutture lesionate dal
sisma: demolite le antiche mura si innalza uno scheletro in cemento armato che rimarrà li per 15 anni, in pieno centro medievale, la vergogna del buon
gusto e a testimonianza di un tentativo di speculazione non riuscito. Ma non è finita: grazie alle sovvenzioni per il Gran
Giubileo del 2000 e all'intervento reale o villantato di politici e amministratori locali, senatori della repubblica, deputati nazionali e parlamentari
regionali, atto a captare la benevolenza del potente Vescovo, quest'opera incompiuta ottiene un altro generoso finanziamento: 4.900.000.000 di lire, con i
quali l'ex convento della Sacra famiglia dovrebbe diventare, secondo quanto consente la legge giubilare del 07/08/97 "un centro di accoglienza per pellegrini
e ricettività a basso costo su percorsi giubilari - qualora gli edifici possano essere successivamente utilizzati e destinabili a pubblici servizi".
I lavori, fermi da 15 anni, ripartono con sorprendente velocità; tutto viene facilmente concesso e improvvisamente le commissioni interessate
all'approvazione dei progetti diventano efficenti, intanto una strategica recinzione occulta i lavori e un perentorio cartello diffida i curiosi dall'avvicinarsi.
Alla fine del 1999 tutto è pronto e la cittadinanza apprende, dai lussuosi depliants turistici copiosamente distribuiti, che al posto dell'ex
convento è sorto un fiammante hotel ristorante. non si parla più di "casa del pellegrino". Nel corso di questa disinvolta operazione, con la
pretesa di permutarle con altri beni della curia, vengono fatte sparire ed incorporate nel complesso due antiche e importantissime strade medievali.
Operazione legalmente impossibile, in quanto le strade sono demaniali e come tali, inalienabili. Ci chiediamo quindi se la Curia abbia la coscienza a
posto nei confronti della legge e di tutte quelle comunità ed associazioni che si occupano, davvero, di aiutare i più bisognosi, e se non abbia tolto loro
nulla, impiegando quasi cinque miliardi per la realizzazione di un albergo ristorante.
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LA RIVOLTA DEI CAMIONISTI SICILIANI
Da siciliano che produce e lavora in Sicilia non posso non essere solidale con i camionisti che protestano per il caro gasolio.
Se la CEE ha come obiettivo un mercato comunitario veramente trasparente deve fare pressioni affinché i governi diano alle periferie d'Europa l'opportunità
di trasferire fisicamente le merci a condizioni paritarie. Se i prodotti della Sicilia devono percorrere 2000 chilometri su un camion per arrivare
al centro dell'Europa è giusto che il gasolio per autotrazione non debba essere sovraccaricato da tasse, salvo che non si voglia mantenere la Sicilia come una
regione-colonia che produce emigrati, dove si piazzano i beni altrove considerati obsoleti e dove si raffina il petrolio a scapito dell'ambiente.
Mi meraviglia il silenzio di tutti i siciliani che non hanno espresso alcuna solidarietà ai camionisti che stanno scioperando. È un'opportunità unica per la
ripresa economica della Sicilia. Ottenere una detassazione del gasolio significherebbe avere pari opportunità di competere con i produttori della
Francia, Germania, del Piemonte e della Lombardia. Il nostri prodotti, sia agricoli che industriali, costerebbero in Germania o in Francia
mediamente il 20 percento in meno. Siciliani svegliamoci con i claxon dei camion.
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Catania È ORA DI FERMARE LA RAPINA PETROLIFERA AI DANNI DELLA SICILIA!
LO STATO CENTRALE DEVE RESTITUIRE AL POPOLO SICILIANO UN MILIONE DI MILIARDI: FINO ALL'ULTIMA LIRA! NO ALLE ELEMOSINE DEI "BUONI-BENZINA"!
I POLITICANTI PRIVI DI FANTASIA, FECENDO PIU' DANNO DELLA MAFIA, HANNO APERTO LA LORO CAMPAGNA ELETTORALE SOLLEVANDO LA "QUESTIONE PETROLIO". PEGGIO PER LORO: ORA DEVONO DIRE PERCHE' SONO STATI ZITTI PER 40 ANNI MENTRE LA TERRA DI SICILIA VENIVA INQUINATA, LA GENTE DI SICILIA MORIVA PER CANCRO E IL SISTEMA-SICILIA PERDEVA OLTRE 30.000 MILIARDI ALL'ANNO DI ENTRATE FISCALI!
Mario Di Mauro, direttore di "TERRA E LIBERAZIONE-Voce della Patria Siciliana" (C.P.367 Catania Centro - email:kokalos2000@hotmail.com) |
Bruxelles UN PRESIDENTE PER POI DIROTTARE SU CUBA
L'attualità si solidifica nel tempo che passa subendo accelerazioni che spesso non ci lasciano il tempo di
esaminare le situazioni che cambiano. È stato il caso della vicenda di Ginostra, ma é pure il caso della crisi del vertice della Regione. Salutato Capodicasa,
aspettiamo che qualcosa si muova. Come a Bastiano restiamo in guardia, ma i Tartari non arrivano, anzi. partono. E questo ci fa ben sperare (si fa per
dire.). Perché ? Spieghiamo: Abbiamo avuto finalmente un nuovo Presidente, nato dalle manovre della partitocrazia,
dato che Bartolo Pellegrino si era dimesso denunziando l'aggregazione alla quale peraltro egli aveva partecipato per anni. Certo l'atteggiamento di
Pellegrino non ci sembra autentico, ma ci porta a pensare come stia preparandosi una buona alternativa per ritornare poi a Palazzo Normanni, tuttavia
dobbiamo ricordare che la Fondazione L'Altra Sicilia ha da sempre detto quello che oggi tanti , come lui, ripetono.
"L'Altra Sicilia" ha sempre ricordato quali potenzialità lo statuto di Autonomia avrebbe dischiuso ai Siciliani, senza bisogno di monaci né di
pellegrini, ora che i governatori delle regioni del Nord chiedono anch'essi quell'autonomia che la Sicilia possiede già dal lontano 1946, senza averla mai
utilizzata, ora che tutti scoprono di dover metterla a frutto. La Fondazione chiede ai politici, proprio a tutti, dove eravate sino ad ieri ? Eletti al
Parlamento regionale si sono mai chiesti la portata del loro mandato? Come lo hanno esercitato sino ad oggi? Certo obbedendo agli ordini che vengono da
lontano ma lasciando sempre che l'Isola rimanesse al palo del sottosviluppo, che i suoi giovani partissero per trovare lavoro come si faceva negli anni '50 e '60
e come si continua a fare in pieno 2000. Almeno oggi abbiamo un nuovo presidente, l'accordo è stato veloce, rispetto alla data gia' stabilita del prossimo sabato.
Ma non ce ne rallegriamo perchè l'accordo per il presidente non è accordo di lavoro e sinonimo di una nuova era. È accordo nato non certo per risolvere i
tanti problemi lasciati irrisolti da Provenzano, Drago, Capodicasa 1 e 2, e i precedenti, ma perché una folta delegazione della Regione, con tutti i
partiti rappresentati, spingeva per l'accordo perchè doveva partire, proprio sabato, in gita a Cuba per onorare un invito avuto dalle autorità di quel Paese.
A questo punto, a tutti i Siciliani non resta che una piccola speranza: che il leader Maximo, soggiogato da cotante personalità, decida di tenerle a Cuba e non
lasciarle più ritornare in Sicilia. Siciliani, incrociamo le dita !
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