LE VOSTRE LETTERE
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Bruxelles COMUNICATO STAMPA Riconoscimento alla Fondazione "L'ALTRA SICILIA"
Dopo il costante successo di pubblico e di critica registrato nel corso delle ultime edizioni, giunge alla sua X edizione il premio "Torre Archirafi", promosso dall'Associaizone Torre Archirafi. L'Associazione, con soci e simpatizzanti in Italia e all'estero, si è sempre distinta in campo culturale, ma anche in quello della solidarietà. Quest'anno, il premio Torre Archirafi, spetterà anche alla fondazione L'ALTRA SICILIA, per il notevole impegno profuso in campo culturale e per l'opera intrapresa per salvaguardare l'identità siciliana nel mondo. La manifestazione, che si svolgerà nel corso della settimana dal 21 al 29 ottobre, culminerà, domenica 29 alle ore 18,30, presso l'Auditorium Libero Grassi, palazzo dei Chierici, Piazza Duomo a Catania nella consegna dei premi e delle targhe d'onore. Tra i premiati, figurano l'arcivescovo di Catania, Mons Bommarito, il vescovo di Acireale Mons Gristina, il Presidente della Provincia di Catania, On Nello Musumeci, il dott. Blonda, prefetto di Catania, il dott Dello Russo, questore della città etnea. Il Presidente e i responsabili della Fondazione L'ALTRA SICILIA presenti alla manifestazione per ricevere il premio, si augurano di incontrare quanti si rispecchiano nel loro impegno a favore della nostra Comunità siciliana nell'Isola e all'estero. Eugenio Preta e Francesco Paolo Catania |
Bruxelles COMUNICATO STAMPA La Fondazione ricorre al cancelliere Schroeder , al Parlamento e alla Corte europea dei diritti dell'uomo.
La Fondazione ricorre al cancelliere Schroeder , al Parlamento e alla Corte europea dei diritti dell'uomo. La lotta all'esclusione, al razzismo, alla xenofobia, in nome della tutela dei diritti dell'uomo e del cittadino, sancita dai Trattati e dallo stesso principio di cittadinanza comunitaria vive oggi le pesanti contraddizioni della situazione degli emigrati italiani che vivono in Germania per motivi di lavoro. Ancora una volta, di fronte al silenzio e all'ignavia delle nostre autorità diplomatico consolari, le autorità tedesche si permettono di infierire su di una famiglia di disoccupati, decretandone, oltretutto in maniera ignobile e certamente non in linea con i principi di un grande stato democratico, l'espulsione verso l'Italia. La Fondazione "L'Altra Sicilia" interviene nella vicenda per salvaguardare e difendere un lavoratore sfortunato e gli stessi principi comunitari denunciando il comportamento delle autorità tedesche. La Fondazione chiede al cancelliere Schroeder se è cosi' che il suo governo combatte il razzismo e la xenofobia: difensori dei diritti umani, i loro, sono i peggiori vessatori quando cittadini, che essi reputano di 2° categoria, incappano nelle maglie di un'amministrazione pubblica ancora legata al passato. La Fondazione "L'Altra Sicilia" ricorda che la salvaguardia degli interessi legittimi della nostre comunità che vivono all'estero costituisce la sua prerogativa prioritaria. In un Europa comandata dai mercati e dalla globalizzazione selvaggia, l'uomo, il cittadino, specie se costretto a cercare lontano dal posto in cui è nato i mezzi per vivere decorosamente, senza abbandonarsi a compromessi, deve essere tutelato dalle proprie autorità. L'emigrato siciliano che si è contraddistinto in tutti i continenti con il valore del suo lavoro, del suo impegno e della sua serietà chiede che le autorità regionali e nazionali si facciano carico delle sue aspettative legittime, dando priorità assoluta all'ascolto di quanti versano in questo momento in gravi situazioni di disagio. La famiglia siciliana, svegliata nel cuore della notte, spogliata, perquisita (un neonato di nove mesi a cui è stato negato persino il biberon) e trascinata in cellulare - come si fa con i peggiori criminali - all'aeroporto di Stoccarda per essere rispedita in Italia, è la prova confermata della discriminazione che tanti nostri emigrati vivono quotidianamente. La Fondazione "L'Altra Sicilia", ringraziando il consigliere del Comites di Stoccarda e membro CGIE, Bruno Zoratto, che da anni si prodiga per la comunità italiana residente nel Baden-Wurttmberg, vuole dare giustizia ad una madre, ad un padre ed ai loro figli e porta a conoscenza delle istanze comunitarie la vicenda della famiglia siciliana presentando una petizione al Parlamento europeo insieme ad un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo.
La Fondazione "L'ALTRA SICILIA" invita tutti quelli che vogliono unirsi alla nostra denuncia di inviare le loro proteste a:
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Bruxelles E LO SPRECO CONTINUA....
Un invito ricevuto da parte dell'Anfe (Associazione nazionale famiglie emigrati) ci informa dell'organizzazione a Bruxelles, per il 7 novembre, di un convegno sulle donne e l'emigrazione. Fin qui l'iniziativa è indubbiamente degna di plauso. Purtroppo la Fondazione "L'altra Sicilia" è in possesso di una lettera inviata dalla responsabile del dipartimento emigrazione Anfe al presidente (dimissionario) dell'ANFE Belgio, struttura non più esistente da qualche anno, con la quale, detta responsabile chiede le venga inviata formale richiesta da parte di un'associazione di emigrati per poter avere il finanziamento dell'assessorato. E qui cominciamo a capirci qualcosa. Quando poi la responsabile chiede che la richiesta venga retrodatata a marzo, gridiamo all'imbroglio, non ci stiamo piu' e, come fatto tantissime altre volte, chiediamo il monitoraggio della magistratura per tutte queste associazioni che, esistenti soltanto sulla carta, con veri e propri imbrogli, (come lo chiamereste voi?) sperperano soldi che altrimenti potrebbero essere destinati a cercare di portare a soluzione i tanti problemi delle comunità emigrate e, perché no, della nostra gioventù in Sicilia. E dovremmo felicitarci per questi signori che, spinti da una volontà altruistica, (visto che in Sicilia non sono riusciti ad abbassare il tasso di disoccupazione che resta altissimo, nonostante le decine di miliardi dati ai professionisti dell'emigrazione per organizzare corsi di formazione che non sono serviti mai a nulla se non quello di essere dei contenitori di voti per i politicanti a loro vicini) decidono di approdare in Belgio? Nel leggere attentamente le agenzie di stampa d'emigrazione, ricordiamo che questa stessa associazione, ritenendo forse esaurito il suo compito in Italia e soprattutto in Sicilia, aveva ricevuto 720 milioni per addestrare "tecnici di conduzione agricola" e sapete dove? Non in Italia o in Sicilia ma a Porto Alegre in Brasile. E potremmo continuare. Ricordiamo ancora che un'agenzia viaggi, ancora attende il saldo del pagamento di un viaggio effettuato in Inghilterra nel 1998. Senza parlare di tutti quei Commercianti che qui a Bruxelles si lamentano di non ricevere il loro dovuto per le opere prestate, ma soltanto promesse di pagamento. Vorremmo ricordare a questi professionisti dell'emigrazione che l'organizzazione di questi corsi poteva avere una sua logica se si fossero svolti a tempo e luogo, ma non oggi, perchè i nostri giovani frequentano regolarmente le scuole locali e per non perdere il malloppo messo a loro disposizione questi corsi sono frequentati soltanto da extracomunitari. E la palma d'oro, in questo caso, deve essere attribuita ad un francescano (spretato ?), presente al convegno Anfe del 7 novembre, che si vede attribuiti centinaia di milioni girati dal Ministero del Lavoro) senza dimenticare che anche il Comites (Comitato Italiani all'estero) di Bruxelles partecipa facendogli attribuire qualche decina di milioni l'anno. La Regione Sicilia, ricordiamo, non riconosce l'associazionismo che opera all'estero, ma soltanto l'associazionismo presente in Sicilia. E' questo l'aspetto più vergognoso e negativo. Un monopolio assolutamente ingiustificato perché obbliga le associazioni a subire progetti e programmi falsi, fatti in Sicilia da gente senza scrupoli che fin ora ha solo, nella migliore delle ipotesi, sprecato miliardi pubblici. Vorremmo ricordare ai nostri politicanti che il finanziamento avallato dal Fondo sociale europeo è dato dal ministero del Lavoro italiano che poi dovrebbe essere il controllore del corso. Tutti noi pero' sappiamo che questi controlli non sono mai stati fatti. La Fondazione ritiene che questi miliardi spesi per tali corsi di formazione potrebbero avere un utilizzo migliore se investiti a creare strutture e preparare la nostra gioventù ad affrontare le sfide che la globalizzazione in atto porta avanti. Possibile che il legislatore non arrivi a fare un bilancio del disastro fatto finora da questi enti e da questi servizi, sconosciuti dagli stessi emigrati? La Regione sostenga ed aiuti tutti coloro che, per I programmi, I progetti, gli obiettivi, portano avanti progetti aggreganti, servizi reali alla comunità, iniziative culturali, sociali, formative, il tutto sotto lo stretto controllo di un assessore che si occupi solo dell'emigrazione senza sottostare ai cambiamenti dei governi. La stessa ridicola Consulta regionale non deve neanche essere presa in considerazione, a cosa serve? E una vera buffonata, non se ne deve neanche discutere, quello che serve è, come abbiamo sempre affermato, aumentare il numero dei deputati all'ARS con l'elezione diretta di almeno 6 deputati nelle circoscrizioni estere, operandosi per cambiare lo statuto ora che si è votata la legge sul voto all'estero. Se non si arriverà a questo grado di maturità non ha neanche più senso parlare di Regione e di Statuto Speciale, quando altre Regioni a statuto ordinario hanno dimostrato di saper fare molto di più della nostra.
Francesco Paolo Catania
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Bruxelles LA LEGGENDA DEL PONTILE DI GINOSTRA
Sabato 4 novembre 2000 sulla stampa locale è apparso l'ennesimo articolo riguardante il pontile di
Ginostra. Come in una telenovela con una regia occulta (ma non tanto se si legge attentamente la copiosa documentazione e le innumerevoli interrogazioni
parlamentari sul caso) questa storia infinita sembra non avere un punto di arrivo. Mentre al contrario il destino della piccola comunità, segnato dal tempo che
scorre inesorabilmente, sembra dare ragione a politici, politicanti, ambientalisti e affaristi di ogni genere. Veri colpevoli dell'abbandono del piccolo
borgo dalle origini millenarie. "Siamo allo scontro finale. Chi vincerà l"ultimo duello"? Siamo già in piena campagna elettorale ed una manciata
di voti non fa gola a nessuno, quindi nessuna promessa e nessun impegno. Si intravede il tentativo di far calare il sipario sul caso Ginostra.
La Fondazione "L'altra Sicilia" è pienamente convinta che il problema è politico e non di altro genere. Ginostra è diventato il baratto per i finanziamenti
della portualità delle isole minori e su questo punto si gioca tutta la partita, il resto è solo demagogia e burocratese.
Corre l'obbligo porci alcune domande:
Ivan BERTUCCIO
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Brusselle PROTEGGIAMO LA NOSTRA ISOLA
Un testo legislativo di 37 articoli, che speriamo ardentemente possa venire bocciato dall'Assemblea rappresenta la proposta presentata dalle autorità regionali per far cessare lo scempio edilizio e gli abusivismi nell'Isola. La Fondazione "L'Altra Sicilia" è convinta che il provvedimento, se passasse effettivamente, renderebbe legali ben 170 mila case abusive, costruite peraltro nei luoghi piu' pittoreschi della nostra Isola: coste, baie e insenature, luoghi che il mondo intero ci invidia, e che invece sono sconvolti oggi dal cemento, come avvenuto per le case costruite sotto i templi di Selinunte e di Agrigento. La Fondazione "L'Altra Sicilia" ricorda che se la proposta andasse in porto, si consegnerebbe il più bel panorama del mondo ad ulteriori scempi dal momento che si scatenerebbe una nuova corsa alla cementificazione di luoghi che, invece di essere salvaguardati, sarebbero preda di imprenditori senza scrupoli. Le 170 mila costruzioni iniziali diventerebbero certamente il doppio dal momento che, a questo punto, sarebbe difficile verificare la data effettiva di inizio dei lavori abusivi. La diaspora siciliana, tutti noi costretti ad abbandonare la terra in cui siamo nati e che parliamo e trattiamo questa terra, senza enfasi, come una mamma lontana, chiediamo che i siciliani rimasti al di là del faro, come farebbero con la loro stessa mamma, proteggano l'Isola e insorgano contro quanti la deturpano e la offendono...
Fondazione "L'ALTRA SICILIA" |
Brusselle ED OSANO CHIAMARLA AUTOSTRADA
Invitati in Sicilia a ritirare il premio Torre Archirafi è con grande rammarico che constatiamo che nella nostra Isola c'è ancora molto da fare per rendere a livelli europei la rete autostradale. E qui non vogliamo soffermarci sul vergognoso stallo dei lavori della A20 Messina - Palermo, ancora incompleta, quanto sul fatto che la A18, nonostante l'opulenza delle entrate i livelli di manutenzione e gli standard dei servizi pei i cittadini sono a livelli di paesi africani. La carta "Viacard" valida in tutto il territorio italiano non viene accettata, ma la Sicilia è "indipendente" o fa parte dell'Italia ? E' cosi' difficile convenzionarsi col sistema Viacard italiano ? Le carte di credito non vengono riconosciute, nessuna!!, non esiste un solo paese europeo dove cio' avviene. In Spagna la convenzione tra autostrade e Visa, Diners ed American Express vige da oltre 25 anni. Il Bancomat forse non sanno neanche cosa significhi. Se un "povero" turista ha dimenticato di cambiare la sua divisa, al casello forse perderà qualche ora. Ricordiamo che nei paesi europei riescono a convertire ai caselli persino i rubli !). Questo pero' è nulla, abbiamo avuto bisogno di usare, avevamo le batterie scariche del cellulare, un telefono pubblico al casello di San Gregorio: nessuno dei telefoni installati funzionava né con schede né con monete ed ovunque sporcizia e sterpaglie, rami che uscivano fino a coprire di oltre due metri le corsie di emergenza e poi, ciliegina sulla torta, il restringimento di corsia nei due caselli più importanti di Messina e Catania. Da Acireale a Catania abbiamo impiegato oltre un'ora per una fila inutile quando sarebbe sufficiente trovare un geometra intelligente che tracci una doppia corsia in rosso stringendo di due metri il tratto con i lavori in corso per evitare questi stupidi disagi ai cittadini.. Ai caselli poi, contrariamente agli altri paesi europei dove si informano i cittadini dell'inizio dei lavori, della durata, di chi ha relizzato il progetto, quale ditta svolge i lavori, l'importo stesso del progetto e se si prevedono altri disagi. Da noi vige ancora, anche in questi casi, l'omertà e l'abitudine al silenzio delle nostre genti ed i nostri politicanti partecipano a quest'omertà nei lavori pubblici. E per finire parliamo di quel misterioso sistema che è il Telepass. Attualmente i cittadini sono costretti a sacrifici notevoli senza spiegare un servizio che si vorrebbe offrire. Nei piccoli e fatiscenti contenitori, sempre più luridi, ci sono opuscoli su scuole varie e non una sola informazione sul Telepass. Contrariamente alla grande stampa siciliana vogliamo informare gli automobilisti che nelle ore di punta (7.30 / 9.30) si rischia di percorrere i pochi chilometri che separano Acireale da Catania e Roccalumera da Messina in oltre un'ora, con buona pace di chi prende l'autostrada, pagando, per arrivare prima.
Francesco Paolo Catania |
SPECULAZIONI
L'incredibile caso del Monastero delle Clarisse a Patti, cittadina turistica in provincia di Messina, in Sicilia, un edificio del 1300 già convento della Sacra Famiglia, è stato trasformato in albergo con l'aiuto del cemento armato e di quattro miliardi dello Stato. Sta accadendo in Sicilia, a Patti, lungo la costa che da Messina porta a Palermo: splendido mare, interessanti siti archeologici e numerose attrazioni monumentali. Insomma, un luogo turistico a tutti gli effetti. Al centro di Patti, graziosa cittadina di 12.000 abitanti adagiata su di un colle in vista del mare, esisteva una costruzione risalente al 1300. Era, in quel secolo, un castello aragonese poi divenne monastero delle Clarisse. Oggi è un albergo, l'Albergo Sacra Famiglia (dal nome del preesistente convento), di proprietà della Diocesi di Patti, che offre tutti i servizi e le attività proprie di un hotel di media categoria (due stelle ufficiali, ma ci sembra che nella realtà valga qualcosa in più) in una zona turistica "multipla": cioè di turismo culturale, religioso e balneare. Fin qui niente di strano. L'Italia è piena di strutture antiche di secoli la cui destinazione originaria è stata modificata radicalmente in chiave commerciale dopo, come si suol dire, una "sapiente e rispettosa ristrutturazione". Ma il caso del Monastero delle Clarisse di Patti ha qualcosa di più. La ristrutturazione è durata più di vent'anni (anche qui siamo nella media italiana.) ma con un ritmo "sospetto". Danneggiata dal terremoto del 1978, la Curia ne inizia un primo restauro utilizzando i fondi stanziati dallo Stato per il recupero degli edifici lesionati. A sentire gli oppositori dell'operazione, vengono demolite le antiche mura e viene innalzato uno scheletro in cemento armato che tale rimarrà per quindici anni. In anni più recenti, la Curia chiede e ottiene un secondo finanziamento, questa volta si tratta delle sovvenzioni statali per il Giubileo del Duemila. La struttura dovrebbe diventare "un centro di accoglienza per pellegrini e ricettività a basso costo su percorsi giubilari, qualora gli edifici possano essere successivamente utilizzati e destinabili a pubblici servizi". Il contributo statale è di 4.900.000 di lire.
A questo punto i lavori prendono gran velocità e nel giro di un anno apre l'Albergo Sacra Famiglia che, da un punto di vista architettonico, ricorda assai poco il Monastero trecentesco preesistente, non viene definito più "Casa del Pellegrino" ma è un hotel in tutto e per tutto (con tanto di offerte speciali, "piano famiglia", "speciale sposi" e "speciale giovani"); nel corso della ristrutturazione sono state inglobate nella nuova struttura due antiche strade medireviewi di proprietà demaniale (quindi inalienabili) che secondo accordi avrebbero dovuto essere "scambiate" con altri beni della Curia. Tutto ciò, lo ricordiamo, è avvenuto grazie al contributo miliardario (anzi, grazie a due contributi) dello Stato e dopo una serie infinita di controlli e autorizzazioni burocratiche che la Curia ha superato in un tempo sorprendentemente breve.
Tutto ciò ha sollevato un vespaio di polemiche a livello locale e nazionale. Due sono state finora le interrogazioni parlamentari (ancora in attesa di risposta): la prima del Capogruppo dei Senatori dei Verdi, Maurizio Pieroni; la seconda del Deputato indipendente Marco Taradash. Taradash si domanda (e domanda al Presidente del Consiglio e ai Ministri competenti) di verificare la legittimità del procedimento di finanziamento; se i lavori hanno ottenuto il parere preventivo della Soprintendenza; se vi sia stato il prescritto scambio di note con la Santa Sede; come si spiega il fatto dell'acquisizione delle due strade medireviewi da parte della Sacra Famiglia, strade che sono beni demaniali quindi inalienabili. Taradash afferma, infine: "La ristrutturazione dell'antico monastero ha completamente stravolto le finalità cui doveva essere adibito e ha irrimediabilmente compromesso il suo recupero nel rispetto dell'alto valore artistico, culturale, storico e architettonico rivestito". Altri fieri oppositori l'Albergo Sacra Famiglia li ha addirittura su Internet. In prima fila è l'associazione di siciliani all'estero "L'Altra Sicilia", con sede a Bruxelles. L'Altra Sicilia ha un proprio sito (www.laltrasicilia.com) e un proprio giornale on line in cui attacca pesantemente la Diocesi di Patti. Il direttore Francesco Paolo Catania inserisce questo intervento nel più complessivo processo di speculazione edilizia e depauperamento del territorio (che in realtà in Sicilia ha storia antica ed esempi clamorosi, come la Valle dei Templi di Agrigento). Anche il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, che dovrebbe collegare la Sicilia alla terraferma, rientra in questi che Catania definisce "obbrobri"; contro cui egli combatte. Afferma, Catania, di non aver potuto visionare le molte autorizzazioni che l'albergo sostiene di aver ottenuto, nonostante le numerose visite e le tante richieste. Afferma, Catania, che circa le strade medireview inglobate nell'albergo esiste la ricerca di uno storico del luogo che testimonia il fatto, e quanto alla demolizione di antiche mura e altri manufatti di cui si accusa l'albergo lo stesso dépliant dell'hotel lo conferma maldestramente. Infine avanza un'inquietante prospettiva: Nel marzo del '99, dice Catania, la Diocesi di Patti ha acquistato per 260 milioni di lire un altro palazzo storico, il Palazzo della Capitania, adiacente all'ex monastero. Sull'edificio grava un vincolo della Soprintendenza che impone il divieto a demolire, modificare o restaurare l'immobile senza la sua autorizzazione. I dubbi di Catania sono che la Capitania si trasformi, rapidissimamente, in una sorta di dépendance dell'albergo Sacra Famiglia: Magari un parcheggio o un campo di calcetto.
Alla Diocesi di Patti, comunque, il clima sembra tranquillo. Tanto più che qualche difensore in loco La Diocesi lo ha. Il deputato Basilio Germanà, ad esempio, eletto in questa zona, ha attaccato duramente il collega Taradash (che per ironia della sorte fino a qualche mese fa era nel suo stesso partito): lo accusa di "essere strumento di una parte o ancor peggio di un interesse" e di occuparsi di un fatto di rilevanza locale senza esserne in qualche modo legittimato, visto che Taradash è stato eletto in un collegio distante mille chilometri da Patti. Peraltro nel suo attacco Germanà non entra nel merito dei fatti ma accusa Taradash e Pieroni di "alimentare una cultura del sospetto". La difesa della Diocesi, comunque, spetta d'autorità a Don Basilio Scalisi, responsabile dell'Ufficio Diocesano per i Beni Culturali e procuratore legale proprio per il caso in questione. Don Scalisi ci dice: Non conosco né il senatore Pieroni né l'onorevole Taradash, conosco molto bene invece i molti speculatori di questa zona che combattono contro lo sviluppo della nostra città, a cui noi abbiamo dato nuova occupazione. Si meraviglia, Don Scalisi, che Pieroni gli abbia scritto una lettera definitivamente conciliante attribuendo alla "sola curiosità" il suo intervento parlamentare, e si meraviglia che Taradash non si sia mai recato a Patti a constatare di persona i fatti reali. Afferma che i lavori sono costati oltre un miliardo in meno del preventivato, con un risparmio per la collettività. Tutte le autorizzazioni, conclude Don Scalisi, sono state regolarmente ottenute e mostrate nel corso di due indagini giudiziarie già chiuse: una nel maggio '99 un'altra nel settembre scorso. Indagini, aggiungiamo noi, suscitate da esposti presentati localmente. Le interrogazioni parlamentari (quella di Taradash molto dettagliata) attendono ancora risposta. Non possiamo fare nessuna previsione quanto ai tempi necessari per avere questa risposta, ci dice sconsolato Taradash. Possono passare pochi mesi o addirittura anni, non c'è regola né possiamo calcolare un'attesa media. Intanto l'Albergo Sacra Famiglia vigila e lavora dall'alto di Patti.
La zona di Patti sembra avere una lunga tradizione di contrasti tra autorità religiose e civili. Una delle più antiche testimonianze storiche della città
riguarda il conte Ruggiero d'Altavilla che nel 1094 vi eresse un'abbazia; Federico II d'Aragona la fece bruciare e nel 1544 fu ancora incendiata dal corsaro
Ariadeno Barbarossa. Il Barbarossa si rifece vivo anche nella vicinissima Tindari. Tindari è un ricchissimo sito archeologico, una delle ultime
colonie greche di Sicilia fondata nel 396 a.C. a 10 chilometri da Patti, su un splendido promontorio proteso nel mare, frequentato da molti turisti
provenienti da tutto il mondo. Nel punto più alto del promontorio, probabilmente dove sorgeva l'acropoli dell'antica Tyndaris, si trova un piccolo edificio
religioso del '500. Saccheggiato e devastato nel 1544 dal Barbarossa, venne ricostruito più grande nel 1549 dal vescovo di Patti in forma di fortezza. Accanto a
questa chiesa che conserva la miracolosa statua bizantina della Madonna Nera, nel 1966 venne costruito un nuovo grandioso Santuario con un'annessa Casa del Pellegrino..
Questo articolo è stato pubblicato nel numero di ottobre del mensile AVINEWS - L'OPINIONE NEL TURISMO, rivista realizzata a Roma e inviata in abbonamento a chi lavora nel turismo in Italia, negli Stati Uniti, in Giappone e in altri Paesi turistici d'Europa e del Mediterraneo. Per ulteriori informazioni: e-mail:" desancleo@tiscalinet.it "
Leonardo de Sanctis |
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