LE VOSTRE LETTERE
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REGIONE SICILIANA:FINANZIARIA SENZ'ANIMA. Chi si aspettava troppo sarà rimasto deluso. Di sicuro la prima finanziaria di Totò Cuffaro è un
provvedimento senza infamia e senza lode. Si è badato,come sempre, a tamponare le falle di cui anche lui
stesso, in primis o per filiazione politica, è responsabile. Tuttavia, a fronte di qualche
condivisibile aspetto, la sua finanziaria sembra essere il clone di tutte quelle che l'hanno preceduta.
Né l'opposizione, a parte qualche sussulto strumentale, è riuscita a ruggire il suo dissenso e
indirizzare interventi verso riforme strutturali.
Tutto rinviato, quindi, alla prossima finanziaria del 2003 che avrà gli stessi problemi e le stesse linee
guida per risolverli.
Analizzando alcuni punti della attuale, alcune cose ci sembra che siano alquanto... bizzarre.
Circolo L'altra Sicilia |
CASA SICILIA
"CASA SICILIA" O "CASSA SICILIA"? - Per promuovere
all'estero la cultura, l'immagine ed i prodotti dell'Isola nasce "Casa Sicilia" che avrà come prima
sede Parigi e la collaborazione della Camera di Commercio. Ovvero: quello che si annuncia come un
ennesimo carrozzone costosissimo cui tutti i Siciliani saremo chiamati a contribuire. Come se non bastasse,
un milione di euro verrà impegnato per l'ufficio di rappresentanza a Bruxelles con sedici dipendenti in
più: uno per ogni assessorato. Analoga cosa aveva fatto, coi costi ed il... successo che sappiamo,
l'allora presidente Rino Nicolosi a Roma. Cuffaro, democristiano come Nicolosi, evidentemente è poco
incline a leggere la storia, maestra di vita, ed evitare il perpetuarsi di taluni errori. Sedici
dipendenti, cui se ne aggiungeranno altrettanti a Roma, che saranno l'avanguardia belga dei partiti e
che, ancora una volta, tutti i Siciliani saremo chiamati a pagare con stipendi, c'è da scommetterci, all'altezza della situazione.
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LILLU CIULLA
Signuri me,
ppi puru casu scupriu dda vostra CSSSS - Centro Studi di Catania....
Lillu Ciulla
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GRAZIE
Vi fate veramente onore con questo sito è veramente interessantissimo continuate così siete di grande conforto a tutti i siciliani, che come me, sono costretti a vivere
lontani dalla loro amata Isola. Un abbraccio affettuoso dalla polonia da Gianfranco Marco Morello originario di Licata [AG] la patria della grande Rosa Balistreri e di tanti altri illustri
personaggi.
Gianfranco Marco Morello
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I collegi dei docenti non snobbano Fabio Granata ma la Sicilia
Le scuole disubbidiscono e certa stampa raglia di felicità. Questa la sintesi dei risultati seguiti ai primi collegi dei docenti che hanno disatteso il Decreto Granata. Questa, anche, la significativa vacuità di certa stampa che preferisce mettere davanti problemi di faziosità politica quando, invece, c'entra solo lo Statuto autonomistico regionale. Non importa cosa abbia spinto Granata a firmare quel Decreto, ma importa assai stabilire quanti, in Sicilia, conoscono lo Statuto ed intendono rispettarlo. Non c'entra la politica, ma la Sicilia. Non c'entra la data, ma il rispetto dello Statuto che tutti i siciliani siamo chiamati, prima di tutto, a conoscere. Granata può anche avere sbagliato tempi e modi, d'accordo, ma quanti rospi "romani" ingoiamo senza nemmeno ricorrere a un digestivo? Sbeffeggiare un Decreto siciliano non è solo uno sgarbo al nemico politico, ma è soprattutto l'indice di una ignoranza dura a morire; una ignoranza che alimenta la stampa "estera" all a Sicilia che si pasce di coppole e scialli neri. Se altrove, fuori dalla Sicilia, regna la dilagante ignoranza di chi non vuole conoscere e capire, non si capisce perché il concime di tale ignoranza debba essere fornito, con generosa regolarità, dai siciliani. Dimentichiamo per un attimo di essere tifosi di questo o quel partito: al primo posto, nel cuore e nel sangue, dobbiamo tenere vivo il nome della nostra Sicilia.
L'Altra Sicilia
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Perché la Mafia alligna in Sicilia da più di 160 anni?
Mafia, termine complesso, e sempre più composito, le cui commistioni, le cui mescolanze, crescono alla velocità di un cancro che si estende, giorno dopo giorno, nel singolo come nel sociale, dal basso verso l’alto e dall’alto verso il mondo .
Anch’essa si è “allineata” ai tempi: si è globalizzata.
Dopo il periodo stragista e lo scioglimento del Pool Antimafia, successivo, per raggiunti limiti di età “promoveatur ut amoveatur”, del Giudice Antonino Caponnetto: chi gli succedette ritenne opportuno oscurare i meriti del Pool.
Il passo successivo fu relegare nell’angolo Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, artefici e fautori delmaxiprocessoa Cosa Nostra. La bomba atomica sulla testa della “piovra mafiosa”, il cui obiettivo era sferrare un colpo mortale ad essa. A questo cancro sociale, subdolo e presente a macchia d’olio in Sicilia, con mire nazionali ed internazionali.
La reazione verticistica delle “menti raffinate”, come definite da Falcone, assise su comodi e lussuosi scanni del potere politico (alla mercé del potere economico), fu quella di iniziare da Caponnetto (promoveatur utamoveatur), per delegittimare il Pool ed emarginare, “isolare” Falcone e Borsellino, massimi esponenti operativi. Il fine era: chiudere in gabbia i due “guerrieri senza macchia e senza paura”, Cavalieri della Giustizia, dopo averli spogliati d’ogni arma.Furono sbranati da un’orda di bestie feroci.
D’altronde “le menti raffinate” avevano già sperimentata la strategia, con l’isolamento del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa; pur essendo questi l’eroe capace di debellare il terrorismo di destra, sinistra, centro, qua e là in Italia. Personalmente credo che “il tradimento per lucro, vendetta, sete di potere”, è insito nell’animo del vile, già nei suoi globuli rossi.
Perché “vili”, “egoisti”, “approfittatori”, “venduti”, “deboli”, “servi nell’animo”, si nasce. Difetti di nascita, purtroppo, che si evidenziano alla prima occasione favorevole . Così come, si sceglie di essere “giusti”, “eroi”, “idealisti”, “forti”, “coriacei al dolore”.
Ci sono “doti” unanimemente “elargiti” da chi “vigila sulle nostre teste ed assegna i destini”, che il singolo può, se vuole, accettare o rinnegare.
Lo dico nel Narconte: “la strada del bene è lastricata di infinite difficoltà e dolori; la strada del male è facile, vi si scivola sopra come su una corda insaponata” , assaporandone gli effimeri vantaggi, occultandosi dietro “il potere” pervicacemente agognato, per esercitarlo su deboli e indifesi.. Tronfi, questi ominicchi, come il “pongo pygmaeus” (l’orango), col suo animalesco istinto, dopo l’annientamento dell’avversario.
Atteggiamento espresso con il detto “lupus est homo homini” (Planto‘Asinaria’), ripreso da Erasmo da Rotterdam “Homo homini aut deus, aut lupus”, e Thomas Hobbes “Homo homini lupus”, chiudendo in bellezzaall’apogeo del pessimismo di Artur Schopenhauer : sintetizzato “mors tua vita mea”.
Tali aforismi potrebbero felicemente essere inseriti nei riti di iniziazione “du punciutu”, atto di affiliazione mafiosa, magari con l’acronimo “HHL - homo omnilupus”. Può darsi che i “colletti bianchi” all’acme delle organizzazioni mafiose “le menti raffinate”, nel loro lungimirante acculturamento, lo recepiscano come una promozione socio-culturale: loro che sanno, loro che possono.
Con la definizione “menti raffinate”, Giovanni Falcone, non credo volesse indicare solo gli “scalzacani” che lo circondavano da vicino, compresi i corvi… e gli sciacalli, divoratori di carcassa; ma soprattutto, su su per le scale, verso coloro che , adulcorandoparole melliflue , partecipano un falso cordoglio per l’assassinio da loro ordito .
Non mi ricordo dove e quando, in un film di mafia (credo il Padrino), viene pronunciata questa frase: “Sappi che al funerale, a portare per primo i fiori è l’assassino”. Metafora tratta per deduzione dalla criminologia forense : ricercare l’esecutore di un omicidio fra gli sconosciuti ed i curiosi che si accalcano per guardare e possibilmente fotografare “la scena”. Si sa, i mandanti se ne stanno “in panciolle “ , davanti al televisore, a godersi il successo della realizzazione del delitto da loro ordito fin nei più piccoli particolari . Incuranti degli innocenti che pagano ingiustamente con la vita la loro efferatezza.
Fernando Luigi Fazzi
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SICILIAN FLAG
Dear Sir
Patrick F. De Marco, Ph.D.
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Giuseppe Garibaldi
Carissimo Dott. Riggio,
Stefano Napolitano
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Giuseppe Garibaldi
Prezados Senhores,
Nelcy Zamora
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