LE VOSTRE LETTERE
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U FUTURU DA LINGUÂ SICILIANA
Tourcoing (Francia) Egregiu diritturi di l' assuciazioni CSSSS, Sugnu cuntenti ca 'n Sicilia ci sunnu SICILIANI ca parranu e scrivunu lu sicilianu. Li genti pensunu ca sta lingua è parrata di latri e briganti. Forsi è veru ca 'nta sti tempi a genti parranu chiù 'u 'talianu ca 'u sicilianu, anzi mancu 'u 'talianu ma 'u 'nglisi! Ormai 'a lingua addutata de patri 'comu scriveva Buttitta', si sta pirdennu, u munnu cancia e a lingua si 'mbastardisci. Nun si senti chiù "staiu jennu a fari a spisa", ma vaiu a fari 'scioppinghi'(shopping). Mancu "jemu a fari 'na scampagnata" ma jemu a fari 'futinghi'(footing) a la pineta. Chi munnu, si jucava e bocci, ora si joca o 'bulinghi'(bowling). Pirtantu, mi scrivu all'assuciazioni, pirchì sugnu sicuru ca, macari di luntanu, quannu vogghiu 'rispirari aria di Sicilia, mi cullegu e mi leggiu quattru pruverbii e quarchi liggenna. Vi mannu dui puisii e v'abbracciu ccu nustalgia, salutannu tutti i me parenti ca su 'n Sicilia, a Jaci Platani e Jaciriali. Anthony F. Russo
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Bruxelles LETTERA APERTA AI LEGISLATORI SICILIANI Da tempo i responsabili della Fondazione "L'Altra Sicilia", facendosi latori delle esigenze dei Siciliani
che vivono e lavorano all'estero e convinti della necessità di un riscatto civile e sociale dell'Isola per
poter finalmente abbattere nefasti stereotipi (mafia, usura, corruzione, criminalità ecc.) portano avanti il
discorso di un rinnovamento che deve passare innanzitutto dalla rifondazione morale
della classe politica siciliana. Infatti, se oggi la nostra Sicilia si trova in condizionidisastrose lo si deve soprattutto a quella
classe dirigente, passata e presente, che nulla ha fatto e nulla vuole continuare a fare per la Sicilia e per i Siciliani.
Il Siciliano nell'Isola (e soprattutto quello all'estero) vuole riscattarsi da quel senso di colpa che da anni gli viene imposto, riscoprendo la fierezza
di appartenere a un popolo di antichissime civiltà. Ormai è giunto il momento di mettere insieme tutte le
migliori energie presenti in emigrazione, insieme ai responsabili regionali, scriviamo responsabili, al
fine di preparare una normativa per l'emigrazione che sostituisca le due precedenti, affinché giustizia e
rispetto siano resi alla nostra comunità all'estero e per dare all'emigrazione quel nuovo corso, da tempo
atteso, facendolo uscire dalla sua forma attuale, mercantilista e partitocratica. I siciliani non vogliono più che altri programmino e
pensino al loro posto e perciò chiedono:
Francesco Paolo Catania
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Brusselles Sicilia: l’assenza è di regola ! Egregio On. Capodicasa, Più volte, nei nostri comunicati, Le abbiamo fatto
presente le esigenze dei siciliani all’estero.
Purtroppo dobbiamo constatare ancora una volta che,
nonostante i nostri ripetuti appelli, l’indifferenza
della classe politica siciliana continua a danneggiare
l’immagine della Sicilia e dei siciliani all’estero.
Ci preme informarLa che il Consolato d’Italia di
Bruxelles ha creato, tramite la proposta « Sistema
Italia, significato di una presenza », un’ottima
opportunità per la promozione del prodotto Italia e
del turismo.
Tale attività è stata affidata alla Direzione
Didattica. Questo organismo, malgrado a Bruxelles
resti sempre presente il problema della mancanza di
una scuola italiana, ha ben impostato i programmi,
riuscendo a coinvolgere gli enti locali belgi, le
regioni e le istituzioni italiane.
In questa nostra lettera non vogliamo entrare nel
merito della validità dei contenuti e del progetto al
quale anzi ci associamo e per il quale ci
congratuliamo con i promotori, piuttosto - ancora una
volta - dobbiamo constatare con grande rammarico
l’assenza della nostra Regione Sicilia.
Infatti, nonostante la Comunità dei siciliani
all’estero a Bruxelles sia la più numerosa tra le
comunità italiane emigrate, la più attiva e la più
dinamica, la Regione Sicilia non è presente per
tutelare i loro interessi e partecipare alle loro
iniziative.
L’esempio emblematico di tale assenza è risultata
evidente nella manifestazione organizzata l’11 ottobre
1999 dalla Camera di commercio Italo-Belga di
Bruxelles, manifestazione alla quale risultava assente
la rappresentanza della Regione Sicilia, nonostante
fosse stata invitata, come a noi stessi riferito dalla
responsabile di MONDIMPRESA, filiale della
Confindustria, alla quale è stata affidato l’ufficio
della nostra regione.
A questo punto la Fondazione « L’ALTRA SICILIA »
deve chiedersi : perchè investire centinaia di milioni
e spenderli per aprire una sede della Regione
Siciliana quando poi questa è assente da
manifestazioni che la riguardano in prima persona ?
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Bruxelles LA SICILIA MUORE E NESSUNO SI MUOVE! La Regione Siciliana ancora una volta senza governo. Le cronache ci rimandano una notizia che ormai è divenuta una costante dell'attualità politica
siciliana: le dimissioni del governo della regione. E si ha un bel gridare allo scandalo da parte di Capodicasa e del suo mentore Fava-Veltroni, se poi
sono loro stessi a doversi vergognare di avere fatto l'impossibile per poter mantenere i DS arroccati al
potere. Sono riusciti a stringere patti con i partiti del ribaltone di un anno fa, con i socialisti
“siciliani” e con i diniani, in via di estinzione, e con l'immancabile Rifondazione. Le cronache ci parlano di agitazione interna tra i
partiti che sostenevano Capodicasa, ma non lasciano filtrare quello che noi invece leggiamo: la solita
fame di poltrone che agita l'Udeur del ministro “siciliano” Cardinale, che si distingue per cercare
sempre prebende e per non aver mai presentato proposte o programmi, dei socialisti siciliani che hanno dovuto
nascondersi dietro un indipendente di sinistra e dei comunisti sempre affamati di potere.
Le dichiarazioni dello sconfitto Capodicasa, che invita a non gioire, ci trovano poi perplessi e invece
ci stimolano ad una riflessione pacata perché preferiamo adesso non avere un governo piuttosto che
averne uno frutto di ribaltoni, di compromessi e di accordi che non appoteranno niente.
L'on. Capodicasa sa che i Siciliani all'estero seguono le vicende dell'Isola e capiscono anche quello
che i giornali locali cercano di nascondere. Egli ricorda la necessità di un governo, ma boccia anche
l'idea di un governo per espletare l'ordinaria amministrazione, in attesa delle prossime elezioni.
Noi pensavamo che all'on. Capodicasa interessasse veramente la sorte della nostra Isola e della sua
gente. Ci siamo sbagliati: al pari degli altri non è al servizio della nostra Sicilia e della nostra gente,
ma al servizio dei "pupari" romani. Giù la maschera, politicanti della regione siciliana. Le vostre diatribe di bottega ci faranno
perdere "soltanto" i co-finanziamenti dell'Unione europea nell'ambito di Agenda 2000, e svelano – a quei
pochi siciliani che ancora non l'avrebbero capito – la vera natura del vostro fare politica Non politica come
missione morale al servizio della propria terra e della propria gente, ma politica come potere per il
potere. Innarestabile però si avvicina la data delle prossime elezioni. Allora dovrete rendervi conto di
quanto i Siciliani all'estero avevano capito; ma sarà troppo tardi… a meno che, nonostante le eclatanti
dichiarazioni, non continuerete ad impedire loro di votare…
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Rick Sinise dal Venezuela Bandiera Siciliana: una storia esemplare
Provate a entrare in una qualsiasi aula di una qualunque scuola della Regione Siciliana e a proporre, con ricchi premi e cotillons, il seguente
quiz: «quali sono i colori della Bandiera Siciliana? sapresti disegnarla?». Non vi sconsolate se a rispondere correttamente saranno 2 o 3 o forse del tutto nessuno.
Non è colpa loro. Sono stranieri in casa propria, ma non lo sanno e non lo devono sapere. Il colonialismo contro la Sicilia è una bestia volgare e
subdola.... ma può essere individuata e combattuta da Uomini e Donne che non intendono vendere la propria Anima, cioè la propria Coscienza identitaria, a
questa Piovra dalle mille maschere. Chi ha una Coscienza identitaria ha anche la Memoria storica di millenni di Resistenza e una concezione alta e
concreta della Libertà, quella nuda e senz'altri aggettivi, l'unica per la quale valga ancora la pena di rischiare qualcosa.
La Bandiera è un veicolo di quel legame di sentimento con la propria Terra che ci distingue dai vegetali dai minerali e dagli altri animali.
Il colonialismo del Sistema Italia ha scelto di non permettere che la Bannera di Trinakria fosse riconosciuta ufficialmente, lo ha scelto fin dal
1860 e lo ha ribadito in quest'ultimo mezzo secolo di «democrazia repubblicana»...La Nazione, scriveva Renan, «è un plebiscito di tutti i giorni...». Bene:
anche la «negazione del carattere nazionale», come quello millenario della Patria Siciliana, è un triste «plebiscito di tutti i giorni».
Negare una Bandiera è negare una Storia. Negare una Storia è negare un Popolo. Negare un Popolo è negare l'umanità degli Uomini e delle Donne che
lo compongono. Altro che balle!. Non si tratta di tanticchia di stoffa colorata, la Bannera è un veicolo di quel complesso legame di sentimento che
alimenta la Coscienza identitaria e riempie di vita e di senso il Tempo Cosmico degli Uomini. (...)
Quando, il 4 gennaio 2000, abbiamo appreso che l'Assemblea Regionale Siciliana aveva votato una Legge per la «adozione della bandiera della
Regione» (...) siamo stati felici... ma qui è colonia e certe «gioie» durano poco. Intanto, a parte un servizio «istituzional-folkloristico» di un
minuto e 12 secondi sul T3 e un trafiletto a pagina 6 su un quotidiano (il 25/01/2000) la notizia viene «silenziata» rapidamente.
Attenendoci ai fatti, cosiccome li raccontano, è accaduto che una bambina della scuola elementare «Garzilli » (credo di Palermo) abbia chiesto al
presidente dell'ARS di poter vedere una bandiera della Sicilia... Vogliamo immaginare il panico dell'on. Cristaldi ad una richiesta così inusuale. «La
Bandiera? ma chi gliele mette in testa certe cose... ma cu è a matri di sta picciuttedda?!... Ma quale bandiera, se mancu n'avemu una? E chi ci
cuntu ora?!». Mario Di Mauro Patria Siciliana N.B.: Che la nostra Bandiera debba essere esposta a rigor di legge, per una questione pedagogica, lo pretenderemo, se serve, anche con Azioni e «cartabollatallamano». Il simbolo di Trinakria si difenderà da sé, all'occorrenza dispiegando anche tutta la potenza cosmica devastante di cui è capace nella sua manifestazione shivaica (e al profano questa affermazione suonerà a dir poco strana...). Importante: Essendomi recato personalmente in Sicilia, spinto dalla voglia di conoscere questa isola meravigliosa, nessuno, ripeto nessuno, sapeva che la Sicilia avesse una sua bandiera. |
COMUNICATO STAMPA SI PUÒ RESISTERE ALLA MAFIA MA NON ALLO STATO Giovedì 16 novembre 2000, alle ore 15.00, presso la sede ACIO a Capo d'Orlando LUIGI SCHIFANO ha
iniziato il suo omicidio per fame e sete per denunciare i gravi ritardi, i metodi irregolari e la poca legalità con cui viene applicata la legge n. 44
del 23 febbraio 1999, per il ristoro alle vittime del racket e dell'usura. Ritardo, che sommando i tempi della prima legge (1992), porta ad attese di oltre
otto anni, rendendo drammatica la situazione di tante persone e delle loro aziende. Aziende che avevano già una situazione grave, per il
condizionamento ambientale e le intimidazioni del racket quando hanno fatto la prima richiesta di ristoro, sei anni fa, ed ora sono oltre il baratro e
tante situazioni oramai sono senza ritorno. Questo è a conoscenza del Commissario Antiracket che
continua a tergiversare permettendo il rinvio dell'esame di tante pratiche o liquidandone alcune con
indennizzi irrisori che umiliano la vittima. Tutto questo ha portato all'assurdo che chi ha
lottato per primo il racket uscendone indenne, deve ora soccombere per i gravi ritardi dello Stato
nell'applicazione della legge 44/99, o per i miseri rimborsi concessi con magnanimità, bontà loro!
L' Altra Sicilia
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