Fernando Luigi Fazzi è nato in un "cocuzzolo di montagna", capoluogo di una delle nove province siciliane, Enna, a ridosso della seconda guerra mondiale, che,
come a tanti altri siciliani gli ha lasciato lo strascico di una scorza rude, in contrasto con la sensibilità interiore. Forse perché l'una e l'altra si difendono e si
contrastano vicendevolmente. Vive a Mascalucia (CT).
Fazzi ha lottato a lungo, prima di raggiungere l'indipendenza (in senso lato e generale), conquistata con la caparbia determinazione di non sottostare ai tanti
condizionamenti: "neanche a quelli della carta stampata", dichiara. La sua indipendenza interiore è foriera di libertà e all'occorrenza di ribellione.
Dopo qualche segno premonitore durante la crescenza, la prima poesia gli è stata pubblicata a tredici anni d'età su una rivista scolastica a tiratura nazionale
(Vera Vita), su segnalazione dell'allora Rettore del Real Collegio Capizzi di Bronte, si rivela nel 1977 con la raccolta di poesie, in dialetto ennese, intitolata
"Cumpagni arrivigghiativi" (Compagni svegliatevi!). A quel periodo risale una sua fervida attività culturale: fonda con altri il "Circolo di Cultura Popolare" di
Catania; stringe una feconda amicizia col poeta Ignazio Buttitta di Bagheria; fonda, insieme all'amico Francesco Geracà, il teatro d'arte contemporaneo detto
"Cat Comedia". Nel 1980 partecipa con il lavoro teatrale, "Avventuri e amuri d'un certu Don Giuvanni, tra virità e liggenna" (Avventure e amori d'un certo Don
Giovanni, tra verità e leggenda), alla "Prima Rassegna del Teatro Novità di autore siciliano", e si aggiudica il prestigioso primo premio. Il lavoro, viene
rappresentato dal "Teatro Gruppo" di Catania in tutta l'isola, anche nel Castello di Lombardia ad Enna, normalmente dedito a spettacoli lirici. Pubblicato dalla Casa
Editrice Todariana nel 1979 ne "I Trovieri", antologia critica dei poeti dialettali e alloglotti, viene recensito e segnalato come poeta della Koinè siciliana, che
tenta sempre di porsi al di sopra del fonografismo; come tale viene studiato, recensito e divulgato anche all'estero dalla studiosa Jana Vizmuller-Zocco, docente di
Languages, Literatures and Linguistics dell'università canadese di York.
Nel 1992 pubblica l'opera in versi nella Koinè Siciliana intitolata "Sicilianitudine contenente sue poesie edite ed inedite e le canzoni dell'opera
teatrale su Don Giovanni, che presenta aspetti nuovi e diversi della personalità del leggendario personaggio, in chiave storica, il quale da una vita di gaudenza e di
sperperi, risulterebbe essersi convertito alla povertà ed alla penitenza.
La "Sicilianitudine", se ci fosse e se ne volesse parlare, sarebbe termine vasto, come "umanità". Ci sono però delle caratteristiche della sicilianitudine che
fanno muovere Fazzi. Una sta, inespressa e persino inconsapevole, "nell'interiorità del popolo". In Sicilia è sempre altri, fuori dal popolo, che dona e che toglie,
che fa il bene e il male, ancor quando quest'altri non è più l'emissario d'un governo straniero, come è sempre stato nella lunghissima storia, ma del Governo Autonomo
Regionale, della Cassa del Mezzogiorno, del Governo nazionale o semplicemente dell'amministrazione provinciale o comunale.
Nel 2019, col patrocinio della Città di Enna pubblica il volume "Auto-Biografia".
Oggi Fernando Luigi Fazzi si è allontanato dalle pubbliche manifestazioni. Come poeta e studioso vive appartato e da anni scrive e rielabora poesie, romanzi e
saggistica.
È socio del Centro Studi Storico Sociali Siciliani.
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